Cracovia – Squadra che vince si cambia? Può darsi, ma o fai come i Lakers -che un pedigree preciso ce l’hanno- oppure bene sarebbe stare attenti alle conseguenze, sopratutto per quanto riguarda i tifosi. Nella giornata di Lunedì, 3 Febbraio, il Selezionatore della nazionale polacca di pallacanestro, Mike Taylor, ha diramato la lista dei convocati per le prime due gare di qualificazione ai prossimi europei (che la Polonia giocherà in casa contro Israele, e in trasferta contro la Spagna). Per le due partite, importanti test nei quali ci si aspetta che la nazionale polacca confermi l’ottimo, storico risultato ottenuto la scorsa estate ai mondiali in Cina -un ottavo posto maturato dopo avere eliminato la Croazia e bastonato l’Italia nelle qualificazioni, per poi mandare a casa Cina e Russia nella fase finale del torneo-, lo zoccolo duro della compagine vittoriosa al mondiale è stato mantenuto, ad eccezione del suo capitano: Adam Waczyński.
Leader carismatico, efficace tiratore dalla lunga distanza con consolidata esperienza nei campionati europei (attualmente in forza all’Unicaja Malaga), Waczyński si è visto escluso dalla rosa ufficialmente per “riposo”. Notizia subito smentita dallo stesso Waczyński, che in una nota diffusa su Facebook martedì, 4 Febbraio, ha addossato la responsabilità della sua esclusione al Presidente della Federazione Polacca di Pallacanestro, Radosław Piesiewicz.
A detta di Capitan Waczyński, Piesiewicz lo avrebbe intenzionalmente escluso per via del suo impegno nel Sindacato dei giocatori di pallacanestro, oltre che a causa della sua vicinanza a Marcin Gortat. L’ex-stella NBA di Phoenix Suns, Washington Wizards, Los Angeles Clippers ed Orlando Magic (e giocatore più rappresentativo della pallacanestro polacca), a sua volta, è stato protagonista di frizioni con Piesiewicz. Così come Maciej Lampe, lungo con esperienza internazionale (Phoenix Suns, Khimky Mosca e Barcellona tra le tante squadre in cui ha giocato) anch’egli “epurato” dalla nazionale, si dice per mano di Piesiewicz, prima dei Mondiali.
Pronta è stata la risposta dei tifosi sui social, che hanno criticato Piesiewicz per rovinare sistematicamente la pallacanestro polacca. Inoltre, il Presidente della Federazione polacca di pallacanestro è stato accusato di ricoprire la carica non per merito, bensì per via della sua vicinanza a Diritto e Giustizia, il partito di governo guidato da Jarosław Kaczyński, che, a detta di molti, avrebbe contribuito alla sua nomina a capo della Federazione.
La faccenda si sarebbe potuta archiviare come polemica da bar se non fosse che ad intervenire sia stato lo stesso Gortat, che ha sostenuto la teoria politica. “Purtroppo è vero -ha commentato su Twitter a un messaggio in cui un utente ha accusato Piesiewicz e Diritto e Giustizia di rovinare la pallacanestro polacca- . Hanno diviso l’intero panorama del basket in Polonia” ha concluso l’ex stella NBA.
Un’occasione sprecata
A prescindere dalla natura politica della questione, su cui si può dibattere a lungo, certo è che la Federazione polacca di pallacanestro, Piesiewicz in testa, non ha saputo capitalizzare al meglio il grande risultato che la nazionale ha ottenuto ai Mondiali di Cina: una mission che in molti avevano chiesto a gran voce per restituire importanza al movimento cestistico in un paese dove, ahinoi, gli sport indoor più diffusi sono pallavolo e pallamano.
La faccenda assume un connotato ancora più serio se si considera che, come dimostrano i dati di ascolto del canale Polsat Sport (che trasmette quasi tutte le partite del campionato polacco di pallacanestro), il basket possiede in Polonia un bacino di utenza per nulla irrilevante.
Altresì, ad assistere alle partite del campionato polacco, che ha saputo, solo quest’anno, attrarre ex-giocatori NBA come l’ex Philadelphia Tony Wroten e l’ex Orlando Isaiah Briscoe, oltre ad Allenatori con un importante passato internazionale come Žan Tabak, l’affluenza di pubblico alle partite è in crescita, sopratutto da parte di giovani che sembrano fortemente interessati alla palla a spicchi.
Compromettere tale entusiasmo per una questione di convocazioni e vendette personali, oltre che di politica, sarebbe, se la situazione fosse confermata, un enorme peccato per lquale a pagare sarebbe la pallacanestro e le tante persone che, in controtendenza rispetto al trend nazionale filo-pallavolo, intendono avvicinarsi al movimento cestistico.
E pensare che, al contrario di quanto sta accadendo nel contesto della guerra tra Piesiewicz e alcuni atleti, il basket ha nel suo DNA princìpi nobili ed illuminati quali uguaglianza, pari opportunità e fratellanza.
Matteo Cazzulani