Un libro per raccontare cinque anni di storia di una delle più attive organizzazioni politiche nate in questi anni di riflusso social. I Sentinelli di Milano (ma ormai di tutta Italia) sono nati per rispondere in modo provocatorio alle Sentinelle in piedi che qualche anno fa manifestavano, silenti e con libri in mano, per dire no alle leggi che prevedevano in reato di omofobia. Da allora (era il 2014) di acqua né è passata nei Navigli e i Sentinelli si sono affermati come una realtà capace di opporsi al razzismo strisciante. Perché i due capisaldi dei Sentinelli sono laicità e antifascismo e su questo incentrano ogni loro azione (spesso su base goliardica, a partire dalla colonna sonora Anni ’80: facciamo sul serio senza prenderci sul serio, uno dei loro motti).

Il volume I Sentinelli, Che fretta c’era? curato da Chiara Palumbo ed edito da Tlon, racconta le basi culturali di questo movimento: “Il primo è che il linguaggio conta. Che la parola diritto non ha nulla a che spartire con obbligo, ma tutto con dovere. Sancire un diritto non obbliga nessuno ad avvalersene, ma impone alla collettività il dovere di fare in modo che ognuno possa farlo”.

Tra le manifestazioni oceaniche organizzate a Milano (spesso insieme ad altre sigle, a dimostrazione di un modo davvero laico e pragmatico di porsi) va ricordato “Tempo scaduto” del 2015 per chiedere – come poi avverrà – l’approvazione della Legge Cirinnà, sulle unioni civili: “Così un gruppo di divertiti e serissimi appassionati che si contentavano di chiedere i permessi alla Digos è diventato un movimento dal basso, che da allora in poi si è dotato di impianto, scalette strutturate e servizio d’ordine. Senza per questo smettere di somigliare a se stessi, senza perdere l’ironia. Il ritorno è anche un modo delirante e divertito di fare politica, con un entusiasmo e una partecipazione che la scovano anche dove non ce la si aspetta. È di quel periodo la certificazione definitiva dell’assunzione a inno di Maledetta primavera. Se motivazione politica formalmente non c’è, proprio in quei giorni come quello in Piazza Duomo, si è caricata si senso: mai come in quei giorni la primavera dei diritti che sembrava prossima ha rischiato di trasformarsi in un maledetto imbroglio, di scomparire, come altre decine di simili ne erano scomparse, negli anni”.

I Sentinelli hanno pagato questo loro attivismo (in piazza, ma anche sui social network ) con minacce web, costanti e ripetute. Che li hanno spinti, anziché sotto le coperte di casa, a organizzare presidi per dire “Stop Hate“. Così come a urlare, sempre da una Piazza Duomo di Milano gremita e colorata di rosso: Intolleranza zero!.

Insomma il libro cerca di raccontare questa realtà sfaccettata che ha saputo intercettare gli umori di tante persone, molto più dei classici soggetti politici.

Se avete voglia di conoscere un po’ di Sentinelli e di venire direttamente a comprare il libro, domani sera (5 ottobre, dalle 19 alle 21) ci sarà una festa di presentazione al Tempio del Futuro perduto (via Luigi Nono 9, Milano). Ci saranno chiacchiere e musica e alla fine, ne sono sicuro, si canterà tutti assieme Maledetta Primavera. Non vorrete mica mancare?

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I Sentinelli, Che fretta c’era?

A cura di Chiara Palumbo

Edizioni Tlon

Milano, 2019

Pagg. 198

Euro 15