La televisione ha in questi hanno scelto la strada della spettacolarizzazione, per non dire dello spettacolo. Ciò non è avvenuto solo nei programmi di puro intrattenimento ma anche nei più seriosi tg. Il tutto per attirare ascolti. Che ora vengono analizzati non solo con le rilevazioni Auditel ma, dagli ultimi mesi, anche con le analisi dei tweet, effettuate dalla Nielsen e da The Fool.

E’ questo il tema al centro dell’attenzione della tesi di Calogero Inguanta, in discussione in queste ore all’Università degli studi di Milano. Lo studente parte dall’analisi della recente storia dell’elettrodomestico più amato dagli italiani, verificando come l’infotainment la faccia ormai da padrone. Ci sono programmi che ormai vivono solo grazie a questa commistione. Con un buon successo di pubblico. Come dimostra l’ultimo capitolo della tesi che racconta la “social tv” ossia l’interazione tra i social network e i programmi tv. Non si tratta di un semplice conteggio dei tweet, ma anche un’analisi della reputazione di alcuni programmi sulla rete.

La tv sta riuscendo quindi a cavalcare anche i social network. Dove, tra critiche (tante) e applausi (non forti) il piccolo schermo è sempre al centro dell’attenzione.

Ad maiora