Perdersi tra le assolate stradine del centro di Cordova è un’esperienza consigliabile a quanti visitino questa città andalusa.
Che ha un grande punto di attrazione: la Mezquita, ossia i resti di quella che fu la più grande moschea in Europa, trasformata dopo la “reconquista” nella cattedrale della città. Visitarla costa non poco: 8 euro per gli adulti e 4 per i minori di 12 anni.
La parte islamica mantiene quasi intatto il suo fascino, anche se non si possono non notare gli interventi fatti dopo che è stata trasformata in una chiesa cattolica.
Il mix architettonico può essere sconcertante, ma è anche la peculiarità di questo luogo di culto, dove all’interno di una gigantesca moschea si è costruita una cattedrale.
L’effetto straniante è lo stesso che si prova nelle chiese di Cipro Nord, trasformate in moschee. Qui il procedimento è inverso, col campanile che sovrasta l’ex moschea.
La commistione culturale sembra contraddistinguere Cordova, che ha dato i natali a due filosofi, uno musulmano, l’altro ebreo: Averroè e Maimonide.
Le strade del centro di Cordova sono strette e affascinanti. I negozi vendono tutti la stessa cianfrusaglia (pure cara) e quindi potete evitarli o al più entrare anche solo per sfruttare un po’ di aria condizionata.
Ah, anche se fa caldo, non perdetevi una passeggiata sul ponte romano.
Non lontano da lì la Lonely indicava un ristorante vegetariano. Ma era misteriosamente chiuso. Abbiamo così optato per il Las Piconeras, dove abbiamo cenato con gazpacho e paella Veg, entrambi ottimi.