Nina KaucisviliRipubblico, a distanza di tre anni questo post che scrissi dopo i funerali di Nina Kaucisvili. Era sul vecchio blog. Ma vale la pena ripubblicarlo. Per non dimenticarla.

Ad maiora

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La morte di chi  vive con passione, lascia dietro di sé un complesso puzzle di eredità. Ognuno nel momento del distacco prende un pezzetto di quella eredità, lunga in questo caso 90 anni. Chi ricorda la professoressa di russo, capace di appassionare alla lingua migliaia di persone (fondando l’Istituto di russo all’Università di Bergamo); chi l’amica; chi la guida scout, anzi la fondatrice del guidismo in Italia; chi l’esule georgiana, vera nomade d’Europa incappata anche nella Notte del Cristalli; chi l’attivista “politica”; chi il congiunto; chi la milanese d’adozione arrivata in Italia nel lontano 1940; chi la credente, capace di operare per l’unita’ delle chiese cristiane. E chissà di quanti altri pezzi di eredità non conosco, né saprò mai. Il signore alto e anziano col Borsalino che mi sedeva di fronte nella splendida chiesa di San Vincenzo in Prato, con le mani sul volto chissà quale Nina piangeva. Ha scritto anche la sceneggiatura dei suoi funerali, Nina. Funerali lunghissimi, bellissimi, intensi, capaci di farti piangere e ridere. Ha voluto scusarsi con una sorta di lettera aperta (tra l’imbarazzo dei tantissimi concelebranti, spiazzati da una messa nella quale ancora aleggiava l’attivismo, la forza di Nina): si e’ scusata per la sua impazienza, per la sua irruenza. Una scena di una forza pazzesca. Un’icona di bellezza richiamata da mons.Bottoni che ha citato Dostoevskij: la bellezza salverà il mondo. E’ la prima volta che sento citato l’insuperabile scrittore russo citato da un altare di una chiesa cattolica.
Nina e’ riuscita anche in questo ed e’ stata indubbiamente un’icona di bellezza. Tale rimarrà nel cuore di tanti.
Ora ci lascia “con la Georgia nel cuore” come i suoi amici della diaspora hanno voluto ricordarla.
A noi che restiamo il compito di non disperdere i pezzi del puzzle, di non lasciare cadere i numerosissimi testimoni che ci ha lasciato. Buon cammino, cara Nina.

5 gennaio 2010