San Siro in questa grama stagione calcistica non si era ancora divertito tanto.
Ci sono volute 4 ore di un meraviglioso concerto di Bruce Springsteen per togliere un po’ di polvere e di noia su gradinate e soprattutto prato della Scala del calcio.
È stato l’evento più simile all’indimenticabile esordio del Boss nel 1985.
Salvo gli interventi (in ottimo italiano) sulla crisi che attanaglia Usa e Italia.
Niente scenografia, basta il rock. Incessante, senza pause, senza tentennamenti come è sempre stato quello di Springsteen. Che ha iniziato con le canzoni del nuovo disco, ma che non ha risparmiato tutte le canzoni classiche del suo repertorio: da Born in Usa a Dancing in the Dark.
Più volte il Boss ha dato l’impressione di volersi o doversi fermare per rispettare il vincolo della mezzanotte imposto per non disturbare il vicinato. E ogni volta è ripartito, sfidando i divieti, incapace di resistere all’effetto dei fan.
Come nell’85 è con Twist and Shout che chiude la performance, quando ormai il calendario indicava l’8 giugno.
Qui un po’ di foto.
Ad maiora.
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