Alle 18 alla Fondazione del Corriere della sera contribuirò alla presentazione milanese del rapporto di Medici senza frontiere sulle crisi dimenticate dai media 2011 (il rapporto è pubblicato da Marsilio).
Le mie scarse competenze non possono che concentrarsi si quella parte della vicenda che riguarda la televisione e l’atteggiamento verso le “emergenze umanitarie”.
Lo studio dell’Osservatorio di Pavia si concentra questa volta sull’atteggiamento dei cronisti televisivi nei confronti dell’ondata immigratoria seguita alla guerra libica e alle primavere arabe.
Scrivo non a caso “ondata” perché l’analisi rivela una cosa su cui insisto nei corsi di giornalismo: le parole sono importanti. Nanni Moretti, in una delle scene che più adoro, schiaffeggia la giornalista che usa frasi fatte. A Lampedusa avrebbe dovuto usare dei droni per cercare di correggere quella patetica attitudine di tanti colleghi di drammatizzare situazioni di per se già drammatiche.
E così si è parlato di “tsunami umano”, come se l’arrivo degli immigrati che rischiano la vita per attraversare il Mediterraneo fosse una specie di evento naturale. La reazione ovvia a una guerra. Capace di distruggere le nostre isole (non a caso “liberate” una volta partiti gli immigrati), il nostro Bel Paese.
Giustamente l’analisi sottolinea che, finita l’emergenza, quasi tutti si sono dimenticati di raccontare dove si fosse “spiaggiata” quell’onda umana (al Tg regionale della Rai, invero, abbiamo raccontato più volte di quei migranti spediti a prender freddo sulle montagne bresciane).
L’analisi dell’Osservatorio di Pavia critica anche il primato della cronaca rispetto all’approfondimento nei tg. Questa è però uno degli elementi fondanti dell’informazione televisiva. In un paese normale, gr e tg dovrebbe raccontare (tutti) gli elementi essenziali e il giorno dopo ci si dovrebbe recare in edicola a prendere il giornale per leggere gli approfondimenti. Oggigiorno, questa seconda parte del meccanismo-informativo è sempre meno presente, sia per pigrizia diffusa, sia per l’incapacità dei giornali di riempire tutti quegli spazi lasciati vuoti dall’informazione radio-televisiva. Gli approfondimenti poi in realtà ci sono anche in tv. Meno sui sette canali generalisti (dove tutto è occasione di inutile dibattito politico). Più invece, sui canali all news.
Una cosa positiva hanno lasciato le vicende di Lampedusa al sistema informativo italiano. L’uso del termine “migranti”, piuttosto che profughi (errato, peraltro) o l’agghiacciante clandestini. Ricordo che persino Berlusconi, in uno dei suoi comizi sull’isola, parlò di migranti. Tutti si concentrarono invece sull’annunciato acquisto (propagandistico) di una casa da quelle parti. Fu sbertucciato a lungo per il mancata finalizzazione della compra-vendita. Inutilmente peraltro, visto che la villa è stata inserita nella sua dichiarazione dei redditi di quest’anno.
Quando si è superificiali, insomma, lo si è a 360 gradi.
Ad maiora.
Questo il link sull’iniziativa Msf/Fondazione Corriere della sera di oggi alle 18:
http://www.medicisenzafrontiere.it/eventi/scheda_evento.asp?id=2894