È stato il gatto a svegliarmi, non un tweet.
Inizialmente non ho capito perché.
Erano le 4 del mattino e non c’era il temporale.
Ho aperto l’Ipad e letto del terremoto su Facebook. Lì, più che informazioni si offrono sensazioni.
E allora mi sono spostato su twitter.
Qui un fiume di tweet. Ricchi e aggiornati.
La tv a quell’ora dormiva, salvo i colleghi di Rainews e della Tgr dell’Emilia Romagna.
Degli altri canali “all news” sul DTT ho già parlato.
Twitter mi ha aggiornato passo passo sui morti, con le foto dei crolli, con gli aggiornamenti dell’epicentro e degli interventi della protezione civile.
Ma dopo qualche ora l’onda #terremoto su twitter ha cominciato a essere auto-compiacente. E meno male che c’è twitter, grazie a twitter, gli altri mezzi di informazione latitano, etc.
Rainews e siti dei grandi giornali a parte è stato così.
Ma twitter ha decine di migliaia di “giornalisti” potenziali sul campo. Dislocati ovunque succeda qualcosa. Dotati di telefonini che fotografano e riprendono. E postano in tempo reale.
Ovvio che batta tutti gli altri.
Ciò che è fastidioso è farsi i complimenti gli uni con gli altri mentre ci sono dei morti.
Era già successo anni fa a un direttore di un tg che esaltava gli ascolti ottenuti sull’onda di un tragico evento.
Giusto dare le notizie. Anche quelle brutte. Ma evitiamo la ola, mentre c’è chi piange delle vittime.
Ad maiora

20120520-085715.jpg