Quando una grande delegazione di Confindustria andò a Mosca mandammo una lettera ricordando come, da queste parti, la libertà di impresa è garantita solo se affine al partito al potere. Ricordando il caso di Mikhail Khodorkovsky, imprenditore, da anni nelle celle russe, ufficialmente per frode. In realtà perché non ha piegato la testa davanti a Putin.
Venimmo ignorati. Gli affari sono affari.
Annaviva ha deciso, in questo viaggio moscovita di turismo responsabile, di andare a trovare i genitori dell’ex oligarca. Che non sono due pensionati qualsiasi.
Su mandato del figlio gestiscono infatti un orfanotrofio fuori Mosca. Secondo i progetti dell’imprenditore il posto avrebbe dovuto accogliere 1000 bambini. Il suo arresto ha limitato a meno di duecento il bacino.
Yukos, la società di Khodorkovsky, è stata fagocitata dal regime russo. Al banchetto hanno partecipato anche Enel ed Eni. Peccato perché la figura di questo magnate ricorda quella di Mattei.
Questa attenzione al sociale mi ha fatto venire in mente un liberale come Adriano Olivetti.
In questi due video, la mamma di Khodorkovsky spiega come è nato l’orfanotrofio (che qui chiamano liceo) e il direttore spiega quali e quanti bimbi ospita.

Annaviva continuerà a mobilitarsi per la liberazione di Mikhail Khodorkovsky, prigioniero politico della Russia di Putin.
Ad maiora

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