Le elezioni sono finite da mesi, ma ancora non sono riusciti a formare un governo. Haiti però non è il Belgio che sembra sopravvivere con un esecutivo provvisorio. L’isola caraibica per ripartire da povertà e terremoto avrebbe bisogno di stabilità e di auto-governo. Ma per ora così non è.
Ieri il neo-presidente Michel Martelly ha annunciato il nome del candidato alla carica di primo ministro: è Bernard Gousse, un tempo ministro della Giustizia. E proprio questo suo vecchio incarico potrebbe giocargli a sfavore nell’ottenere la fiducia alle Camere, dove l’opposizione ha i numeri per respingere i candidati presidenziali. È già successo pochi giorni fa, quando deputati e senatori hanno rimbalzato Daniel-Gerard Rouzier, un ricco imprenditore.
Gousse rischia di essere impallinato per il sospetto di aver consentito, nel 2004, l’eliminazione di sostenitori dell’ex presidente Aristide quando quest’ultimo era riparato all’estero e Gousse era ministro della Giustizia di un governo di transizione. Aristide è peraltro ritornato sull’isola e ha ancora molti fan tra gli haitiani.
“Gousse è una pessima scelta. Non avrà la fiducia”, dicono i parlamentari vicini all’ex presidente Preval. “È un uomo onesto che conosce l’amministrazione. Porterà Haiti fuori dal caos”, ribatte il portavoce dell’attuale presidente Martelly.
Nelle prossime settimane sapremo quali tra queste due affermazioni risulterà vincente e se il Paese più povero del mondo riuscirà a formare un esecutivo.
Ad maiora.