
La curva laziale gli tributò uno striscione che si disse voluto da Siniša Mihajlović, ex Stella Rossa, ai tempi calciatore biancazzurro e oggi allenatore viola. D’altronde anche ieri sera, Dejan Stankovic, giocatore interista, ex Stella Rossa e capitano della Serbia è andato a salutare con le tre dita (a indicare Dio, Patria e Zar o Padre, Figlio e Spirito Santo, o i tre stati degli Slavi del Sud) gli ultrà, ufficialmente per calmarli. E’ il cosiddetto saluto cetnico, usato dai soldati serbi anche durante la Seconda guerra mondiale (ma ricomparvero anche nelle guerre balcaniche). Con lo stesso, lugubre, simbolo che ieri mostrava sulla maglietta nera Ivan, il capo ultra’ serbo arrestato nella notte.
Insieme ad Arkan, nelle foto sui giornali appare anche la vedova, Svetlana Ražnatović, nome d’arte Ceca, classe 1973, che Repubblica indica come cantante pop e che invece è nota per il turbo- folk serbo.
Il giorno del matrimonio, Arkan (da poco divorziato) si recò – coi vestiti tradizionali montenegrini – al villaggio natale della ragazza, accompagnato da 50 jeep. Dovette colpire una mela a fucilate. Riuscì al sesto tentativo.
La festa di matrimonio (con mille invitati) si tenne proprio nell’albergo dove cinque anni dopo Arkan sarà assassinato. Il video dei festaggiamenti fu stampato (e venduto) almeno centomila volte.
http://www.youtube.com/watch?v=-rbrvMERYD4
L’ultimo disco di Ceca è del 2006.
Si intitola Idealno loša (Male ideale) e ha venduto 850 mila copie:
http://www.youtube.com/watch?v=ZEs8FNofSYA
Ceca ora vive a Cipro.
Ad maiora.