Una delle cose che più mi aveva stupito andando a fare i servizi nei Paesi Baschi sugli indipendentisti, era l’amore che nutrivano per lui a Bilbao e dintorni. Per il presidente emerito italiano, ora in fin di vita, Francesco Cossiga.

Della vita politica dell’ex Capo dello Stato ricordo solo questo aspetto forse secondario ma che mi lasciò colpito. Nel 2001, dopo una lunga frequentazione con quelle terre, Cossiga venne insignito del premio “amico dei baschi”. Un riconoscimento che gli venne conferito dal Partito nazionalista basco (Pnv). Proprio Cossiga si era battuto all’interno del Partito popolare europeo perché il Pnv non fosse espulso. Ma i popolari di Aznar ebbero la meglio. Qualche tempo dopo intervistato dalla Nuova Sardegna ricordò : “La mia passione è maturata anche con l’appoggio da me dato alla causa basca, per la mia vicinanza al partito basco, il primo partito cattolico democratico, che Aznar, acerrimo nemico dei nazionalismi, ha provveduto a far cancellare dall’internazionale popolare, di cui il partito basco è stato uno dei fondatori quando il giovane Aznar militava nei movimenti giovanili franchisti sotto la dittatura».

Cossiga in quella occasione lanciò un appello ai terroristi dell’Eta: “La mia condanna è totale – disse nel discorso di ringraziamento – e se la violenza poteva essere legittima in un regime totalitario, non lo è più oggi in un regime democratico, che ha come suprema garanzia il Re Juan Carlos”.
Quando a Bilbao gli indipendentisti baschi gli conferirono il premio, da Madrid gli strali più forti furono proprio quelli del Partido Popular. Cossiga, con l’aplomb che lo ha contraddistinto negli anni dei sassolini nella scarpa replicò: “Gli insulti dei fascisti sono stati sempre per me un onore”.

Ma la colpa del Pnv, come di Cossiga, era quella di dialogare con Batasuna, il partito politico nato da Eta (un tempo infatti la parte combattente si chiamava Eta militare) per cercare una soluzione politica alla questione basca. Ma in Spagna, chiunque incontri esponenti di Batasuna, viene accusato di “intelligenza” col terrorismo. È capitato anche a chi scrive, denunciato da un gruppo post-franchista come apologo del terrorismo per aver intervistato alcuni esponenti di Batasuna. Proprio io che non ho nemmeno fatto il militare ma l’obiettore di coscienza.

Per tornare al più interessante rapporto Cossiga-baschi l’ex presidente italiano criticava i governi madrileni che, a suo avviso, erravano nell’”identificare il nazionalismo con il terrorismo”. Spiegava Cossiga che “combattere il nazionalismo fino al suo abbattimento finirà solo per fomentare il terrore” e invitava a trovare anche un accordo – sulla falsariga di quello irlandese – “adoperando anche provvedimenti di indulgenza”.

Ma non è quella la strada che si è scelta per i Paesi Baschi. O meglio, era quella che avevano adottati i francesi ai tempi di Mitterand (con l’indubbio vantaggio che l’ala militare gli attentati li faceva in Spagna, mentre aveva scelto la Francia come sicuro rifugio). Con Chirac la musica è cambiata, tanto che nel 2002 era stato sconsigliato/vietato a Cossiga di partecipare a un incontro politico con i baschi a Biarritz (bellissimo capoluogo basco in Francia). Cossiga non era gradito nemmeno in Spagna perché considerato vicino ai terroristi. Un accusa che vista dall’Italia, con quello che era successo dalle nostre parti (con le Brigate rosse, ma anche con l’omicidio di Giorgiana Masi) non poteva che far sorridere.

L’ultima notizia che ho trovato sui baschi e Cossiga risale al 2008 e concerne l’autorizzazione data dalla magistratura spagnola ad Arnaldo Otegi, leader di Batasuna, appena scarcerato, di passare una settimana di vacanza in Lombardia. Il leghista Borghezio dichiarò che la Padania lo avrebbe accolto a braccia aperte (“partigiano della libertà e compatriota”) e Cossiga disse che Batasuna “è stato dichiarato illegittimamente fuori legge dal neofranchista Aznar”. “Avrei voluto, aggiunse Cossiga, invitare Otegi a colazione ma mi hanno consigliato di non mettermi in contatto con lui. I servizi spagnoli mi controllano. Se lo venissero a sapere, potrebbero revocargli il permesso”.

Otegi nel 2009 è stato di nuovo arrestato per apologia di terrorismo. Nel marzo di quest’anno stato condannato ad altri due anni di penitenziario per un suo comizio (disse: “Abbiamo un debito con i prigionieri politici baschi, i rifugiati e i tanti compagni che abbiamo perso nella lotta e alla fine ce la faremo”).

Da quelle parti, anche un discorso di commemorazione di un terrorista può portarti in cella. E sono certo che dal carcere dove è recluso, Otegi starà pensando a Cossiga.

A Bilbao, nel frattempo, il Pnv è stato cacciato dal governo e ora c’è una coalizione socialisti-popolari al potere. Loro sicuramente non staranno pregando per la vita dell’ex presidente italiano.