Furono uccisi il giorno di Natale del 1989, oggi i loro corpi sono stati riesumati per verificare se nel caos della rivoluzione romena (da molti vissuta come null’altro che un colpo di stato- gestito dalla Securitate o da settori del Partito), furono proprio i loro corpi quelli seppelliti nel cimitero di Ghencea, a Bucarest. Nicolae ed Elena Ceausescu tornano quindi alle cronache, dopo anni di oblio.
La faccia stupita di lui e la moglie il 21 dicembre mentre la folla li contesta è l’ultima che ci riservano dittatore e signora ancora liberi. I due furono condannati a morte per genocidio dopo 55 minuti di camera di consiglio di un tribunale rivoluzionario. 100 i colpi del plotone di esecuzione. Per diffondere le foto, al dittatore fu risparmiato il volto. Non così alla moglie.
I due sarebbero seppelliti nel cimitero di Ghencea, non lontano dallo Stadio della Steaua. Le tombe – sempre che siano le loro – sono lontane, ai due lati opposti del cimitero. E’ sepolto lì anche il figlio Nicu, alcolizzato e morto di cirrosi dopo essere stato rilasciato dal carcere, dove era stato condannato a vent’anni per malversazione di fondi.
Nello stesso cimitero è seppellito anche Ilie Verdet, primo ministro socialista tra il 1979 e il 1982: al momento della rivoluzione si proclamò capo del governo provvisorio. Fu il più breve della storia. Dopo 20 minuti fu deposto da Ion Iliescu, che poi divenne ben due volte presidente della Repubblica. Verdet, morto nel 2001, era sposato con Reghina, una delle sorelle di Ceasuscu.