Non commento lo scontato scudetto dell’Inter quanto il gigantesco striscione comparso nella curva Sud di San Siro sabato sera (dove, in campo, la difesa della nazionale italiana ha trasformato anche l’attacco rossonero in un’invincibile armata: segno che Lippi fa scelte non logiche, né sportive).

“Presidente bocciato, assente non giustificato”, scrivono gli ultrà, usando un linguaggio politico, quasi da parlamento. Pensare che il mondo ultras sia fatto solo da bifolchi è demenziale. E quindi quello apparso sabato è un ultimo appello che i tifosi lanciano al presidente rossonero.

Già, ma quale presidente? Il Milan non ha un presidente. È l’unica norma sul conflitto d’interesse scattata nel nostro paese di Pulcinella: Berlusconi non può fare politica e presiedere una squadra di calcio. Risultato: il Milan ha ritirato la presidenza. Non esiste più. C’è un vice presidente che fa l’amministratore delegato e che risponde al nome di Adriano Galliani. Quest’ultimo ha stigmatizzato i tifosi ricordando l’enorme quantità di successi inanellata dai diavoli berlusconiani.

Vero, ma non si può dimenticare che il Cav. ha sfruttato proprio delle sue vittorie sportive per “scendere in campo”. Per anni, ha annunciato che avrebbe guidato il Paese come giuda il Milan.

E ogni vittoria sportiva ha rappresentato anche un vantaggio elettorale. L’immagine dell’uomo vincente piace. D’altronde, anni fa ero anche io all’Arena quando arrivò l’elicottero coi giocatori e il Cavaliere, sulle onde di Wagner. Era musica di conquista. E tale fu. Con l’entusiasmo di milioni di tifosi che, volenti o nolenti, finirono per fare da scenografia del successo del Conducator.

A Berlusconi il Milan continua a piacere ma nel frattempo la politica ha preso il sopravvento sulla passione sportiva. Ai figli poi, quegli 11 che corrono dietro a un pallone paiono una spesa eccessiva. E dunque, vendite dei pezzi migliori e in campo giocatori non di primo pelo (che comunque, grazie a Leonardo, sono arrivati terzi in classifica) (a proposito del brasiliano: gran classe nel non voler fare il signorsì).

E i tifosi ora mugugnano. Rivogliono Silvio tutto per loro. Ma è un po’ tardi. Oramai non gli servono più. Non ha bisogno di quelle curve per fare il bagno di folla. Lo fa ovunque vada (o quasi).

Ad maiora